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Imposta di successione e franchigia

Approfondiamo il discorso sul’ imposta di successione e la franchigia

Allora….vediamo di capirci qualcosa su questa benedetta imposta o tassa di successione.

Differenza fra imposta di successione e imposte in autoliquidazione

Partiamo appunto mettendo in evidenza questa differenza fra questo genere d’ imposte.

L’ imposta di successione va a colpire l’ arricchimento globale, ossia viene calcolata su tutto l’ attivo ereditario, che può essere formato da beni immobili, ma anche liquidità, società, partecipazioni ecc.

Le imposte in autoliquidazione, meglio note come imposta ipotecaria e catastale vengono invece determinate solamente sul valore dei beni immobili (fabbricati e terreni) dichiarati in successione

Analisi del’ imposta di successione

Fatta questa breve distinzione tra le varie imposte, vediamo di analizzare meglio l’ imposta di successione.

Devo dire che non è molto semplice riuscire a districarsi tra una marea di articoli di legge.

Ai fini del calcolo del’ imposta di successione, distinzione fondamentale è quella della tipologia di erede. Infatti a seconda che gli eredi siano figli o coniuge, fratelli o sorelle, altri parenti o altri soggetti le cose cambiano radicalmente.

Cambia ad esempio la franchigia di esenzione (prevista per coniuge, figli o altri parenti in linea retta e fratelli).

Cambia anche la percentuale d’ imposta a seconda che si tratti di un erede in linea retta o uno in linea collaterale. Quindi vedremo che ci sono diverse cose da sapere e conoscere.

Come già accennato nella pagina precedente, l’ imposta di successione non ha niente a che vedere con le imposte da autoliquidarsi ossia imposta catastale e ipotecaria, imposta di bollo, tassa ipotecaria e tributi speciali.

Alcuni infatti fanno confusione tra le imposte appena elencate e l’ imposta di successione. L’ imposta di successione soppressa dal primo governo Berlusconi è rimasta inattiva per qualche periodo per poi tornare già da diversi anni. Vediamo di seguito in cosa consiste.

Imposta di successione e franchigie

Prima di parlare dell’ imposta di successione vorrei precisare meglio che una cosa è l’ imposta di successione e un’ altra sono le imposte in autoliquidazione, le quali si pagano sempre in ogni caso (a parte alcune eccezioni che riguardano alcune agevolazioni particolari) quando ricadono beni immobii nell’ attivo ereditario.

Le imposte in autoliquidazione come detto si pagano ogni qualvolta ricadono beni immobili, con un minimo di 200 euro per ogni imposta. Puoi trovare maggiori informazioni sulle imposte in autoliquidazione alla pagina imposte e agevolazioni

Dunque vediamo di capire qualcosa in questa giungla di articoli di legge.

La principale novità in materia di imposizione fiscale per le successioni è il ritorno della tassa o meglio imposta di successione abolita nel 2001. Questa varia a seconda che gli eredi siano coniuge o parenti in linea retta (figlio, padre ecc.), fratelli, altri parenti, o altri soggetti non parenti.

Per il coniuge e i parenti in linea retta la percentuale che colpisce il patrimonio è del 4% con franchigia di 1.000.000 (un milione) di euro per ogni erede. Se gli eredi sono dei fratelli questi pagheranno il 6% sul patrimonio con franchigia di 100.000 (centomila) euro.

Gli altri parenti (fino al 4° grado e affini in linea retta, nonché affini in linea collaterale fino al 3° grado) sconteranno una percentuale sempre del 6% ma non godranno di nessuna franchigia.

Tutti gli altri soggetti dovranno pagare un imposta di successione dell’ 8% e anche in questo caso senza franchigia.

Prima di continuare volevo spiegare cosa si intende per franchigia. Molto semplicemente significa che sotto quella soglia di valore dichiarato in succesisone non si paga imposta di successione.

Quindi nel caso di eredi in linea retta si pagherà l’ imposta di successione se per ogni erede si supererà il valore di un milione di euro, mentre per quanto riguarda successioni tra fratelli si pagherà se ad ogni fratello toccherà un valore superiore i 100.000 euro. L’ imposta tasserà la parte in eccedenza la franchigia.

Il legislatore inoltre prevede anche una franchigia per colui che eredita e si trova in una condizione di handicap grave (legge 104). La franchigia in questo caso sale a 1.500.000 euro.

L’ intenzione del legislatore ad ogni modo è quella di colpire soprattutto i grandi patrimoni, di conseguenza le percentuali a cui accennavo sopra non si applicano indiscriminatamente a tutti i patrimoni, ma solamente a quelli di una certa consistenza quando questi siano destinati a parenti stretti quali parenti in linea retta, coniuge o fratelli.

Infatti la legge per il coniuge, parenti in linea retta (figli, nipoti, padre, madre ecc.) prevede delle soglie (franchigie) sotto le quali l’ imposta di successione non va a colpire. Una soglia di franchigia è prevista anche per successione tra fratelli. Di seguito vediamo qualche esempio.

Imposta di successione e franchigia per coniuge e parenti in linea retta

La legge prevede per il coniuge e i parenti in linea retta una franchigia di 1.000.000 (un milione) di euro per ogni erede, mentre la percentuale della tassa di successione sarà del 4%.

Ma che significa franchigia di 1.000.000 di euro? In pratica significa che se il valore del patrimonio che si sta dichiarando in successione è inferiore ad 1.000.000 di euro l’ erede non paga l’ imposta del 4%.

Quanto appena detto non è propriamente corretto o comunque va fatta una precisazione. Essendo che la franchigia di 1.000.000 riguarda ogni erede non è sempre detto che anche se il patrimonio supera il milione di euro l’ imposta vada sempre pagata. Molto dipenderà dal numero degli eredi.

Supponiamo che a conti fatti l’ imponibile ereditario sia di 2.000.000 di euro e gli eredi ad esempio siano coniuge e due fratelli.

In questo caso l’ imposta di successione del 4% non va pagata. Il calcolo si ottiene moltiplicando il numero degli eredi per 1.000.000…in questo caso avremmo 3.000.000 di euro di franchigia.

Se dal patrimonio di 2.000.000 di euro leviamo i 3.000.000 avremmo il numero negativo – 1.000.000 quindi logicamente non avremmo nessuna imposta da pagare.

Esempi nel calcolo del’ imposta di successione con franchigia.

Prima di continuare vorrei fare una piccola precisazione. Sopra non l’ ho specificato ma per valore si intende quello catastale, ossia quello ricavato dalla moltiplicazione della rendita catastale (fabbricati) o reddito dominicale (terreni) che trovate in visura per determinati coefficienti e moltiplicatori catastali.

L’ agenzia delle entrate anche nelle sue istruzioni per la compilazione della dichiarazione di successione, parla di valore commerciale dei beni immobili, ma esiste una circolare dove si stabilisce che la stessa agenzia non procederà ad accertamento dei valori dichiarati se come minimo verranno utilizzati i valori catastali.

Fatta questa breve precisazione andiamo avanti.

Esempio nel calcolo del’ imposta di successione

Supponiamo che il de cuius lasci come eredi legittimi coniuge e due figli, con un attivo ereditario di 5.000.000 di euro. Gli eredi per prima cosa dovranno riunire tutta l’ eredità e calcolarne il valore . Dal valore così calcolato si dovranno togliere le passività.

Supponiamo che il patrimonio di 5 milioni sia costituito dai seguenti beni:

– casa con un valore di 250.000 euro
– terreni per un valore di 4.000.000 di euro
– denaro per 750.000 euro

Il totale del patrimonio è dunque 5.000.000. Vediamo ora tutto quello che c’è da pagare per una successione come questa.

In questo esempio per semplicità non inserisco delle passività, ma ricordatevi comunque che per quanto riguarda il calcolo dell’ imposta di successione, entrano in ballo anche le passività.

Per saperne di più su questo argomento e per vedere quali potrebber essere alcuni esempi di passività fate clik su: debiti e passività del de cuius

Calcoli da fare per la nuova tassa di successione

Abbiamo detto che per il coniuge ed i figli c’è una franchigia sotto la quale l’ imposta non si applica. Quindi moltiplichiamo il numero degli eredi per 1.000.000 ed otteniamo:

3 x 1.000.000 = 3.000.000 (franchigia).

Detraiamo dai 5.000.000 di euro la franchigia così calcolata ed otteniamo:

5.000.000 – 3.000.000 = 2.000.000

Torna in auge anche l’ art. 9 del Testo Unico delle successione del 1990. In poche parole sull’ imponibile appena calcolato si deve aggiungere un 10% per gioielli, mobilia ecc.

Dedichiamo due righe sulla presunzione del 10%

Sopra ho scritto un pò impropriamente che si deve calcolare un 10% in più rispetto al reale valore dichiarato in successione. In realtà non è proprio cosi.

L’ agenzia delle entrate fa il seguente ragionamento: Tu erede mi stai dichiarando in successione un tot. di valore, ma io “Agenzia delle entrate” so che al’ interno del patrimonio del de cuius potrebbero esserci dei contanti, mobili, quadri, oggetti di valore ecc.

Questa parte di patrimonio potrebbe facilmente essere nascosta al fisco e inoltre sarebbe anche difficile attribuire un valore per cui, sempre io “Agenzia delle entrate” ipotizzo un 10% di valore in più.

Ciò scritto se gli eredi ritengono che il valore di presunzione del 10% sia eccessivamente alto possono redigere un inventario che può essere richiesto presso il tribunale di competenza o un notaio.

Fatta questa breve precisazione continuiamo e riagganciamoci al’ esempio per il calcolo del’ imposta di successione.

Ipotiziamo che non si voglia chiedere nessun inventario e che gli eredi siano concordi per un valore presunto del 10% cosi come prevede la normativa.

Avevamo detto che tolti i 3.000.000 di franchigia rimaneva un attivo di 2.000.000 di euro. Su tale valore applichiamo il 10% come presunzione e avremo:

In questo caso il 10% di 2.000.000 sarà 200.000 euro.

Il nostro valore totale sarà dunque di: 2.200.000. Su questa cifra pagheremo il 4%, che rappresenta la nuova tassa o imposta di successione. Per il resto si procede come al solito calcolando l’ imposta catastale e ipotecaria sugli immobili.

2.200.000 x 4% = 88.000 euro. Questa cifra corrisponderà al’ imposta di successione.

Visto che ci siamo diamo uno sguardo anche al calcolo del’ imposta ipotecaria e catastale

Il valore sul quale calcolare l’ imposta catastale ed ipotecaria sarà dato da casa + terreni e quindi sempre facendo riferimento all’ esempio di sopra avremmo un valore di 4.250.000.

Su tale cifra calcoliamo il 2% per imposta ipotecaria e 1% di imposta catastale:

4.250.000 x 2% = 85.000 euro
4.250.000 x 1% = 42.500 euro

Alla fine tra imposta di successione, imposta catastale e imposta ipotecaria avremmo un cifra da pagare di 215.500 euro.

Mancano ancora le imposte accessorie e cioè tassa ipotecaria e imposta di bollo, rispettivamente di 35 e 64 euro. Non mi dilungo su queste imposte in quanto questa pagina è dedicata quasi interamente al’ imposta di successione. Sappiate comunque che tali importi possono variare a seconda che si stia presnetando una successione cartacea o telematica.

Quello che abbiamo visto in questa pagina è il calcolo da fare per addivenire al’ imposta di successione.

In questo esempio si è parlato di coniuge e parenti in linea retta (figli) e quindi la franchigia era di 1.000.000 di euro. Ricordo che nel caso di successione tra fratelli la franchigia scende a 100.000 euro.

Preciso che l’ imposta di bollo è aumentata proprio in questi giorni (26/06/2013). Passa da 58,48 euro a 64 euro tondi tondi.

Quando si paga l’ imposta di successione

L’ imposta di successione, a differenza delle imposte ipotecaria, catastale, imposta di bollo, tassa ipotecaria e tributi speciali, che vanno versati prima di presentare la dichiarazione di successione (quando si presenta cartacea), o subito dopo la trasmissione telematicasi, si paga dopo aver presentato la dichiarazione di successione.

Sarà l’ agenzia delle entrate che effettuerà i vari calcoli e vi spedirà direttamente a casa il conteggi con i vari moduli per il pagamento di quanto dovuto.

Esenzione dal’ imposta di successione

Quando non si paga imposta di successione? Ci sono casi in cui l’ agenzia delle entrate seguendo le disposizione di legge in materia di successione, non va a calcolare l’ imposta di successione. Più sotto vediamo di esaminare i vari casi.

Non tutti i trasferimenti in caso di successione sono soggetti all’ imposta di successione. A seconda dei soggetti che ereditano ci possono essere più o meno agevolazioni, che consistono sostanzialmente nel pagare meno imposte o in alcuni casi si ha un esenzione completa.

Più sotto esaminiamo le varie casistiche che si possono presentare.

– compendio unico in territori montani (art. 52 legge n° 448 del 28 dicembre 2001)

Requisiti:

1) Trasferimento di terreni agricoli e fabbricati rurali siti nei territori delle comunità montane.

2) I terreni e le pertinenze siano costituiti in un compendio unico coltivato o condotto per un periodo di almeno dieci anni.

3) Ad eredi e legatari che siano coltivatori diretti o imprenditori agricoli a titolo principale.

4) I terreni e i fabbricati costituiti in compendio unico sono considerati unità indivisibili per quindici anni.

Questi visti sopra, sono requisiti necessari per poter essere esentati dal pagare l’ imposta di successione, nonchè imposte ipotecaria, catastale e qualsiasi altra, in caso di trasferimenti di beni che si trovino in territori montani.

Naturalmente alla dichiarazione di successione andranno allegate le varie dichiarazioni che attestino il possesso dei vari requisiti.

– compendio unico generico (art.7 del decreto legislativo n° 99 del 29 marzo 2004)

Requisiti:

1) Trasferimento di terreni agricoli e fabbricati rurali.
2) I terreni e le pertinenze siano costituiti in un compendio unico coltivato o condotto per un periodo di almeno dieci anni.
3) Ad eredi e legatari che siano coltivatori diretti o imprenditori agricoli a titolo principale.

4) I terreni e i fabbricati costituiti in compendio unico sono considerati unità indivisibili per quindici anni.

Anche in questo caso si è esonerati dal pagamento dell’ imposta di successione, imposta ipotecaria e catastale.

– agevolazioni per i giovani coltivatori (art.14 legge n° 441 del 15 dicembre 1998

Requisiti:

1) Trasferimento di fondi rustici.

2) I fondi rustici siano coltivati o condotti per un periodo di almeno sei anni.

3) Ad ascendenti e discendenti entro il terzo grado qualora siano:
a) coltivatori diretti o imprenditori agricoli a titolo principale che non hanno ancora compiuto i quarant’anni, iscritti alla relativa gestione previdenziale o a condizione che si iscrivano entro tre anni dal trasferimento;
b) giovani che non hanno ancora compiuto i quarant’anni a condizione che ascquisiscano la qualifica di coltivatore diretto o di imprenditore agricolo a titolo principale entro ventiquattro mesi dal trasferimento.

Anche i giovani imprenditori agricoli godono di agevolazioni in materia di imposte in caso di trasfermenti per successione. In questo caso è prevista l’ esenzione dell’ imposta di successione, dell’ imposta catastale, mentre l’ imposta ipotecaria è da pagarsi ma nel limite del minimo d’ imposta.

– altre esenzioni dalle imposte (art.3 comma 1, 2, 4 e 4 bis del decreto legislativo n° 346 del 31 ottobre 1990)

Requisiti:

Trasferimenti a favore:
a) dello Stato;
b) delle Regioni;
c) delle Province;
d) dei Comuni;
e) di enti pubblici;
f) di fondazioni;
g) di associazioni legalmente riconosciute che hanno come scopo l’assistenza, lo studio, la ricerca scentifica, l’educazione, l’istruzione o altre finalità di pubblica utilità;
h) di ONLUS;
i) di fondazioni previste dal decreto legislativo emanato in attuazione della
L. n. 461 del 23 dicembre 1998;
l) di enti pubblici esteri;
m) fondazioni estere;
n) associazioni costituite all’estero;
o) movimenti e partiti politici

Anche nei casi sopra esposti si è esentati dal pagaento di tutte le imposte in caso di successione, dunque non si paga ne imposta di successione, ne imposta ipotecaria ne imposta catastale.

– trasferimenti di aziende, quote sociali, azioni (art.3 comma 4 ter del decreto legislativo n° 346 del 31 ottobre 1990)

Requisiti:

a) Trasferimenti di aziende o di rami di aziende.
b) Trasferimenti di quote sociali.
c) Trasferimenti di azioni.

Anche questi trasferimenti in caso di successione sono esentati dal pagamento di tutte le imposte, sia quella di successione e quelle ipotecaria e catastale.

Bene…abbiamo visto grosso modo cosa si intende per imposta di successione. Abbiamo dato anche un piccolo sguardo alle imposte in autoliqiudazione. Spero che questa pagina vi sia servita in qualche modo.

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