Dichiarazione di successione e diritti dei figli
Cerchiamo di capire quali sono i diritti dei figli in materia di dichiarazione di successione. Cosa prevede la legge e quali sono le quote spettanti.
Tutti i figli, legittimi, naturali riconosciuti e adottivi hanno i medesimi diritti successori nei confronti dei genitori.
Se il de cuius che muore lascia solamente dei figli questi si divideranno tra loro l’ intero patrimonio. Se oltre ai figli vi è anche il coniuge quest’ ultimo concorrerà assieme ai figli nella divisione dell’ eredità.
I figli come sopra identificati non concorrono dunque con nessuno nella divisione dei beni patrimoniali se non con il coniuge del de cuius. se chi muore lascia un unico figlio l’ intero patrimonio andrà esclusivamente a questo.
Se dopo la morte del de cuius rimangono un figlio ed il coniuge il patrimonio si dividerà per metà ciascuni. se chi muore lascia il coniuge e più figli al primo andrà la quota di 1/3 mentre i figli divideranno tra loro la quota di 2/3.
Quindi in caso che vi siano figli o coniuge + figli nessun altro potrà vantare diritti sul patrimonio; ne il padre del de cuius, ne fratelli.
Successione per rappresentazione
Si ha la successione per rappresentanza quando al posto dell’ erede diretto entrano in scena i discendenti legittimi o naturali ossia i figli. Ma quando si potrebbe presentare questo caso?
Questo caso si può presentare quando il figlio del de cuius premuore al padre, oppure rinuncia all’ eredità o viene dichiarato indegno lasciando a sua volta dei figli.
I nipoti dunque non succedono perché aventi diritto proprio ma solamente per il fatto di essere discendenti diretti del figlio del de cuius. Naturalmente ai nipoti (figli del figlio del de cuius) non spetta la stessa quota dei figli del de cuius ma si divideranno tra loro la quota che sarebbe spettata al loro padre (figlio del de cuius).
Art. 467 comma 1 del codice civile
” la rappresentazione fa subentrare i discendenti legittimi o naturali nel luogo e nel grado del loro ascendente, in tutti i casi in cui questi non può o non vuole accettare l’ eredità o il legato”
Il diritto di rappresentazione potrebbe continuare all’ infinito anche se c’è da dire che difficilmente una persona sopravvive tanto a lungo da vedere morire i figli dei propri nipoti.
Art. 469 del codice civile
“La rappresentazione ha luogo in infinito, siano uguali o disuguali il grado dei discendenti e il loro numero in ciascuna stirpe. La rappresentazione ha luogo anche in caso di unicità di stirpe. Quando vi è rappresentazione la divisione si fa per stirpi. Se uno stipite ha prodotto più rami, la successione avviene per stirpi anche in ciascun ramo e per capi tra i membri del medesimo ramo”
Art. 468 del codice civile
“La rappresentazione ha luogo, nella linea retta, a favore dei discendenti dei figli legittimi, legittimati e adottivi, noché dei discendenti dei figli naturali del defunto, e, nella linea collaterale a favore dei discendenti dei fratelli e delle sorelle del defunto. I discendenti possono succedere per rappresentazione anche se hanno rinunziato all’ eredità della persona in luogo della quale subentrano o sono incapaci o indegni di succedere rispetto a questa”.
Facciamo un altro esempio grafico:
A muore senza lasciare moglie e quindi il patrimonio si divide tra i figli B e C. C però muore 3 anni prima del padre A lasciando due figli D e F. In questo caso D e F succedono per rappresentazione a C. Quindi in definitiva l’ intero patrimonio di A che andava diviso in parti uguali tra i suoi figli si devolverà per 1/2 a B mentre l’ altro mezzo verrà diviso trà D e F quindi ad ognuno di loro spetterà 1/4.
La cosa come dicevo sopra potrebbe andare avanti anche all’ infinito. Supponiamo ad esempio che oltre a C fosse morto anche D e che a sua volta avesse lasciato solamente 2 figli G e H. Che sarebbe successo in questo caso? Lo vediamo nell’ esempio grafico qui sotto:
1/4 che prima abbiamo attribuito a D automaticamente passa ancora ai suoi figli. Quindi ognuno di essi eredita 1/8. E così via potrebbe andare avanti all’ infinito, ma sappiamo che nella realtà questa è una situazione al quanto difficile da verificarsi.
Piccole differenze tra i figli legittimi, naturali e adottivi
In merito ai figli naturali e legittimi il governo sta varando delle normative che tendono ad equiparare i figli naturali a quelli legittimi. Per cui questo paragrafo potrebbe non essere aggiornato.
All’ inizio della pagina dicevo che tutti i figli legittimi, naturali ed adottivi hanno gli stessi diritti. In realtà ci sono alcune piccole differenze che ci fanno capire quanto alcune norme siano oggi anacronistiche e contenenti ancora dei pregiudizi.
Ancora oggi l’ art. 537 ult. comma del codice civile prevede che il figlio legittimo possa liquidare il fratello naturale coerede soddisfacendo in denaro o immobili la quota che spetta a quest’ ultimo.
Art. 537 ult. comma codice civile
“I figli legittimi possono soddisfare in denaro o in beni immobili ereditari la porzione spettante ai figli naturali che non vi si oppongano. Nel caso di opposizione decide il giudice, valutate le circostanze personali e patrimoniali”
I figli incestuosi
I figli incestuosi non potendo essere riconosciuti non possono godere di nessun diritto successorio. Vediamo quali figli sono considerati per legge incestuosi.
Sono incestuosi i figli nati tra parenti in linea retta all’ infinito quindi tra padre e figlia, nonno e nipote, bisnonno e nipote ecc. In linea collaterale di 2° grado quindi tra fratello e sorella e tra affini in linea retta cio* nuora e suocero, suocera e genero.
La legge prevede per i figli incestuosi dei diritti quali: mantenimento, diritto all’ istruzione e educazione durante la vita dei genitori. Alla morte dei genitori hanno diritto ad un assegno vitalizio pari alla rendita della quota che sarebbe spettata loro se fossero stati riconosciuti.
QUOTE SPETTANTI PER LEGGE AI FIGLI
Si possono presentare più casi relativamente alle quote spettanti ai figli. Ad esempio figlio unico che eredita senza genitori, oppure figlio unico che eredita e concorre col coniuge del de cuius ecc. Vediamo di seguito i casi che si possono presentare.
Nel caso di figlio unico
Si possono presentare due casi e cioè figlio unico senza presenza del coniuge del de cuius e figlio unico con presenza del coniuge del de cuius.
1) Figlio unico che concorre col coniuge del de cuius
In questo caso siamo in presenza di due eredi legittimari ossia due eredi a cui la legge riserva per forza di cosa una quota.
In caso di successione legittima, ossia senza testamento, e con la presenza di un figlio e il coniuge del de cuius, il patrimonio si divide esattamente in due, per cui in questo caso le quote saranno 1/2 al coniuge de de cuius e 1/2 al figlio.
2) Figlio unico che non concorre col coniuge del de cuius
In questo caso essendoci solamente il figlio l’ intero patrimonio si devolverà a favore del figlio unico. Il figlio non va a concorrere con nessun altro a di fuori del coniuge del de cuius.
Quindi anche se vi fossero genitori del de cuius, fratelli o altri parenti, la legge in questo caso non prevede nessuna quota in favore di questi ultimi. Quindi ricapitolando, in questo caso tutto il patrimonio del de cuius andrà esclusivaente al figlio unico.
NEL CASO CHE VI SIANO PIU’ FIGLI
In questo caso si possono presentare i due casi appena visti più sopra. Però in questo caso vi sono differenze di quota spettanti per legge. Vediamole più sotto:
1) Più figli che concorrono col coniuge del de cuius
Anche in questo caso la legge non prende in considerazione altri eventuali parenti del de cuius, ma prevede che tutto il patrimonio si devolva sempre al coniuge e ai figli.
In questo caso però cambiano le quote che la legge riserva. Infatti in questo caso al coniuge spetta 1/3 del patrimonio, mentre gli altri 2/3 restanti si divideranno in quote uguali tra i figli del de cuius.
2) Più figli che non concorrono col coniuge del de cuius
In questo caso se il de cuius non può ereditare o magari rinuncia, tutto il patrimonio si dividerà in parti uguali con i figli del de cuius.
Da notare come i figli concorrano solamente col coniuge del de cuius. In assenza del coniuge del de cuius i figli non concorrono con nessun altro erede del de cuius, quali ad esempio fratelli, genitori ecc. e l’ eredità in questo caso andrà divisa solamente tra i figli del de cuius.
Un trattamento diverso invece spetta al coniuge del de cuius, il quale in assenza di testamento e in mancanza di figli, concorre sia con i fratelli che con i genitori del de cuius. Vedremo i vari casi nelle pagine che seguono.
I diritti trasmessibili con la morte del de cuius
I diritti trasmissibili dal de cuius ai propri eredi sono fondamentalmente di natura patrimoniale, ad esempio la proprietà di una casa, di un terreno, eventuali liquidità del de cuius al momento della morte ecc.
Ci sono però dei diritti che in nessun caso possono essere trasmessi agli eredi.
Quali sono questi diritti? In primis ricordiamo il diritto d’ uso, l’ usufrutto e il diritto di abitazione. Tutti questi diritti non vengono trasmessi agli eredi, ma diciamo che si interrompono con la morte della persona.
L’ usufrutto ad esempio andrà a consolidare la nuda proprietà. Il diritto d’ abitazione e d’ uso invece semplicemente si interromperanno.
Quindi ricordiamoci questo e cioé che non tutti i diritti possono essere trasmessi agli eredi.
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