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Diario di bordo

Le cazzate che scrivevo parecchi anni fa

“Aggiornamento giugno 2023 – Diario di bordo era una minisezione del vecchio sito visurnet.com, dove pubblicavo alcune mie riflessioni. Scrivevo parecchio al periodo (tra il 2011 e il 2012), forse anche troppo e ora che sto aggiornando il sito mi rendo conto che la scrittura non era delle migliori, ma volendo e dovendo recuperare abbastanza celermente le pagine sto facendo un copia/incolla e quindi riporto esattamente come erano le pagine…scusate :-)”

 

RIFLESSIONE DEL GIORNO (22/12/2011)

L’ Italia della globalizzazione

Globalizzazione…quante volte abbiamo sentito questa parola? Tantissime giusto? Sentiamo spesso parlare di era globale….siamo nell’ era globale…la globalizzazione porterà benessere. Insomma se ne sente di tutti i colori. Basta accendere la tv e si aprono i vari teattrini che parlano delle varie difficioltà che stiamo attraversando.

Peccato che in queste trasmissioni dove partecipano tanti attori e burattinai manchi la figura principale ossia una persona che rappresenti il popolo! Guardando qualsiasi trasmissione che parli un pò di politica ci rendiamo conto di una cosa e cioè che al dibattito non viene mai invitato un operaio ad esempio, oppure se viene invitato sta in mezzo al pubblico che applaude a comando e non può dire niente in sostanza. Quindi generalmente cosa succede in questi teattrini?

Si sceglie l’ argomento sulla crisi italiana, si formano i due schieramenti, si accendono i riflettori e viaaaa…si parte a dirsene di santa ragione!

A fine scenetta tutti insieme a tarallucci e vino! Bellissimo veramente!!!

Peccato che chi veramente potrebbe parlare della crisi perchè la vive sulla propria pelle non ci sia e non possa dire niente. Non solo l’ operaio non viene invitato, ma viene costretto se vuole sentire qualcosa a farlo attraverso la televisione facendogli sorbire una mezzoretta di pubblicità! Complimenti signori cari!!!! Siete veramente bravi!!!

In alcune trasmissioni addirittura c’ è anche la parte comica…be come si fa se non si fanno due risate? avete visto Ballarò? Ma anche Santoro comunque. A ballarò la trasmissione inizia con il comico che prende in giro i soliti politici! E loro che fanno? Giustamente se la ridono tutti insieme.

A fine presa per il culo da parte del comico iniziano la scenetta. Vuoi vedere che questi nostri politici hanno fatto anche un corso di recitazione? Perchè oltre a fare le scenette, ridere, piangono anche!
E noi? Attori principali che non ci invitano cosa siamo?

Siamo dei coglioni che stanno a guardare…punto e basta! E’ brutto a dirsi ma è così. Come diceva qualcuno “la domanda sorge spontanea” Perchè noi rimanamo inermi?

Perchè non ci ribbelliamo a questo stato di cose? Perchè dopo il teatrino televisivo ci corichiamo tranquillamente? Dobbiamo aspettare a muoverci dopo che tutto va in malora? Io credo che non ci muoviamo per svariati motivi:

– mancanza di coesione e comunicazione tra noi

– ignoranza sullo stato delle cose

– mancanza di entusiasmo

– pensiamo che da soli non possiamo fare nulla

– senso grandissimo di impotenza

I motivi per cui siamo intorpiditi sono diversi dunque.

Uno dei principali credo sia la disorganizzazione. Faccio un esempio che sicuramente capiterà anche a voi. quando si entra al bar a bere un caffè con gli amici o con qualche conoscente parte inevitabilmente la discussione sull’ andamento dello stato italiano e di tutta la crisi che ci attanglia. ovviamente la discussione non va ad analizzare l’ andamento economico in generale dell’ Italia ma si parla di cose semplicissime terra terra che poi sommate sono la crisi generale che stiamo vivendo.

Il barista si lamenta che le persone non vanno più al suo bar, il muratore dice che non costruisce più, l’ operaio che ancora lavora dice che ha problemi ad arrivare a fine mese, l’ operaio che non lavora…be lui non c’ è in quanto non ha più soldi da spendere al bar, io mi lamento del fatto che non rediggo più progetti in quanto l’ edilizia è ferma, il falegname dice che non vende più infissi ecc. ecc. Quindi tutti ci lamentiamo durante la discussione ed ognuno dice la sua. Però nessuno di noi si muove, nessuno di noi fa qualcosa per cercare di cambiare l’ andamento delle cose.

Questa è la domanda che pongo anche a me stesso. Io credo che non ci muoviamo per una certa dose di sfiducia, per una certa dose di disinteresse sullo stato delle cose e un certo disinteresse verso i nostri simili che stanno male. Non capiamo comunque che in una società siamo tutti un pò legati tra noi e che inevitabilmente prima o poi verrà anche il nostro turno.

Questo è anche la globalizzazione. Il mercato globale, l’ economia globale. Ci interessiamo solamente di noi stessi e finchè noi stiamo bene dell’ altro non ci interessa. Sentiamo spesso parlare di economia globale ma non c’ è traccia di solidarietà globale.

Il fatto è questo: chi sta bene sta bene e chi sta male sta male e a nessuno importa! Questo sistema di pensare però cosa produce? Produce un sistema dove ognuno è portato a pensare solamente a se stesso. Facendo in questo modo però succede anche un’ altra cosa e cioè che la società si disgrega, perdiamo il nostro vero potere di popolo e alla fine ognuno va per conto suo finchè i poteri forti glielo permetteranno. Quando qualcuno dall’ alto deciderà di togliere i diritti (e lo stanno già facendo) al popolo sarà più semplice in quanto la società sarà disgregata, ognuno si troverà da solo e da soli non si va da nessuna parte.